La conciliazione tra tempo di vita e di lavoro è «un diritto» a tutti gli effetti: a sancirlo è il Parlamento Europeo in una risoluzione approvata a larga maggioranza il 13 settembre 2017. Fra le raccomandazioni dell’Ue si afferma che «la conciliazione tra vita professionale, privata e familiare deve essere garantita quale diritto fondamentale di tutti, con misure che siano disponibili a ogni individuo, non solo alle giovani madri, ai padri o a chi fornisce assistenza».
Intanto qualcosa si muove anche in Italia per tradurre quei principi in prassi concrete. Il 14 settembre i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno firmato il decreto che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro «che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori» come si legge nel comunicato stampa del Ministero del Lavoro.
La misura è definita «sperimentale» e, in attuazione di quanto previsto dal decreto legislativo 80 del 2015, stanzia 110 milioni di euro per il biennio 2017 e 2018, a valere sul Fondo per il finanziamento degli sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello. Nel dettaglio, 55,2 milioni per il 2017 e 54,6 per l’anno successivo.
Come accedere agli sgravi
Per accedere agli sgravi contributivi, «i datori di lavoro dovranno aver sottoscritto e depositato contratti collettivi aziendali che prevedano l’introduzione di misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative e migliorative rispetto a quanto già previsto dai contratti collettivi nazionali di riferimento o dalle disposizioni vigenti» si legge nel comunicato. I contratti collettivi aziendali dovranno essere stati sottoscritti e depositati fra il 1 gennaio 2017 e il 31 agosto 2018.
Quali misure sono ammesse
Le misure di conciliazione attengono a tre macro-ambiti o aree di intervento:
• Genitorialità: estensione temporale del congedo di paternità, estensione del congedo parentale, nidi d’infanzia, asili nido, spazi ludico-ricreativi aziendali o interaziendali, percorsi formativi in e-learning o in coaching per favorire il rientro dal congedo di maternità, buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting;
• Flessibilità organizzativa: lavoro agile, flessibilità oraria in entrata e uscita, part-time, banca delle ore, cessione solidale di permessi con integrazione da parte dell’impresa dei permessi ceduti;
• Welfare aziendale: convenzioni per l’erogazione di servizi time saving, convenzioni con strutture per servizi di cura, buoni per l’acquisto di servizi di cura.